Il tempo corre veloce e siamo già arrivati a quel periodo dell’anno, quello in cui si tirano le somme, si fanno bilanci, si comincia a pensare a quali progetti mettere in piedi nel 2016…insomma è venuto il momento di proporre ai nostri lettori l’edizione 2015 della rubrica che, a oggi, nelle sue precedenti incarnazioni (2012, 2013, 2014) ha ottenuto il maggior numero di visite in assoluto della storia del nostro magazine.

Gli italiani per una volta si sono difesi bene ed il quartetto Youth, Il Racconto dei racconti, Mia Madre e Suburra, dimostra che quando si vuole, si può produrre ottimo cinema anche nel nostro Paese. I blockbuster americani son venuti un po’ meglio del solito (mentre scrivo non è ancora uscito Star Wars, ma penso a The Martian, Ant Man, Mission Impossible – Rogue Nation, Tomorrowland, Furious 7 ed Age of Ultron), ma il meglio è spesso venuto da opere più piccole e di più difficile reperibilità, tant’è che nell’elenco ho inserito film che da noi usciranno nel 2016 (se pure…). Iniziamo!

Spotlight: questa non è una classifica ma un elenco, anche se ammetto che mi dovessero chiedere di scegliere un solo film tra tutti, forse opterei per questo, perfetto sotto ogni punto di vista. Aggiungete una certa affinità professionale coi protagonisti e il gioco è fatto. L’abbiamo recensito qui.

Mad Max: George Miller si sveglia da un sonno criogenico durato 25 anni, trascorso assieme ad amabili maialini e simpatici pinguini, si inietta il viagra negli occhi e ridefinisce il concetto di action movie post atomico, post futurista, post tutto. Qui è quando ci prostravamo al suo cospetto.

The Gift: una delle sorprese dell’anno, vuoi perchè ci sono attori bravissimi che non interpretano la parte che ci si aspetterebbe, vuoi perchè, fino almeno ad un certo punto, l’intreccio è davvero imprevedibile. Ne parleremo a breve.

Inside Out: il miglior film Pixar di sempre assieme a Toy Story 3, inutile aggiungere altro.

45 Anni: loro stanno insieme da 45 anni e si accingono a festeggiare l’anniversario. Poi lui scopre che hanno trovato l’ex fidanzata congelata in un ghiacciaio e le certezze accumulate in quasi mezzo secolo svaniscono in una settimana. Il film col migliore finale dell’anno.

The Lobster: Yorgos Lanthimos conferma di essere uno dei registi più interessanti del panorama mondiale. La prima mezz’ora è la cosa migliore vista nel 2015, poi fatalmente il film cala di ritmo, ma senza che la qualità ne risenta.

Forza Maggiore: cosa fareste se, alla prima seria occasione di pericolo una persona che amate e su cui contate ciecamente vi abbandonasse senza pensarci due volte? Il film che distrugge la famiglia e prende a picconate quelli che benpensano. Qui tessiamo elogi sperticati.

It Follows: uno dei migliori horror degli ultimi anni (non che ci volesse molto, in effetti) che mixa elementi e stili di Cronenberg, King, Lynch e Carpenter. Chi ha amato la produzione horrorifica degli anni ’70 e 80′ lo farà suo. Recensione più approfondita qui.

Bakemono No Ko: il nuovo film di Mamoru Hosoda, che possiamo oramai definire il nuovo Miyazaki, con tutte le semplificazioni del caso. Stavolta c’è più azione che pensiero, ma va bene lo stesso.

Right Now,Wrong Then: due film in uno. Nel primo tempo lui incontra lei, racconta un sacco di balle e non ci combina nulla, nel secondo si riparte da zero, lui stavolta è totalmente genuino e sincero e…

Sicario: il miglior film di Denis Villeneuve, che costruisce momenti memorabili, anche grazie alla sempre felice mano di Roger Deakins. Un film senza compromessi e spietato nella sua asettica rappresentazione della Vendetta. Ne parliamo qui.

Beasts Of No Nation: primo film finanziato da Netflix e primo centro. Dalla mano felice di Fukunaga, che diresse la prima, oramai mitica, stagione di True Detective, un’opera brutale e cinica, ma lontana dagli stereotipi del film bellico hollywoodiano e più vicina ad un ipotetico mix capace di unire l’estetica del videoclip al realismo del documentario. Qui la recensione.

Meru: il documentario vincitore del Sundance Film Festival Audience Award 2015, ovvero tutto che avrebbe potuto essere Everest e non è stato.

Love & Mercy : uno dei migliori film musicali dell’anno, inedito e che probabilmente resterà tale. Da vedere, specie se consderate Pet Sound uno dei migliori album della storia della musica.

Mustang: la storia della crescita e dell’emancipazione di un gruppo di ragazzine in un ambiente difficile. Bella storia, grandi interpretazioni.

Dope: divertente, sopra le righe e molto “Sundance”, nell’accezione positiva del termine. Attori semisconosciuti e assolutamente meravigliosi. Qui la review.

The End of the Tour: un road trip letterario che racconta la storia dell’intervista che David Foster Wallace rilasciò a David Lipsky, giornalista del Rolling Stone. Verboso il giusto.

Que Horas Ela Volta? : lei fa la cameriera da una vita presso una famiglia dell’alta borghesia e dà per scontate un sacco di cose. Poi arriva la figlia e tutte le certezze vanno in frantumi. E non toccate il gelato di Fabinho! (ah, in Italia è uscito col titolo È arrivata mia figlia)

Anomalisa: un film animato, si fa per dire, come non si era mai visto prima e probabilmente mai più si vedrà.

Creed: Una delle più grandi sorprese dell’anno, il miglior Rocky dopo l’originale con una performance da Oscar del buon vecchio Sly.

El Club: ennesima straziante opera di Pablo Larrain, qui ampiamente apprezzata.

 

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I migliori film del 2012
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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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